Attualità

Stoltenberg, la Nato e il fantasma dell’Europa

• Bookmarks: 2


di Giovanni Federico

Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e non ce ne rendiamo conto. Il Segretario generale della Nato, Jean Stoltenberg, ha avanzato l’ipotesi di poter utilizzare le armi fornite dai Paesi della Alleanza occidentale all’Ucraina per colpire il territorio russo. Attività di difesa o di attacco? Ogni Stato sarà libero di decidere per come ritiene più conveniente.

La tempestiva dichiarazione di Stoltenberg è avvenuta appena dopo l’incontro di Putin con il leader cinese Xi Jinping portatore già da tempo di un suo piano di pace. Dopo l’incontro, a quanto si legge, Putin sembra aver aperto una ipotesi di pace sembrando maturo il tempo per cominciare a immaginare una qualche linea di accordo.

Stoltenberg ha reagito mostrando ulteriori muscoli e rinunciando a una linea di prudenza, dove pare abbia viceversa le mani che gli prudono.

Da un minimo cenno di spiraglio potrebbe venir fuori la pazzia della pace e andrebbe colto fino ad allargarne le dimensioni mutandolo in una porta che conduca alla fine delle ostilità. Invece se spirasse qualcosa di eventualmente buono deve essere subito rintuzzato senza neanche verificarne la potenziale opportunità.

Stoltenberg, almeno di prima impronta, appare un uomo impulsivo, qualcuno azzarderebbe a coniarlo come stolto, grossolano nel modo di procedere in rapporto alle responsabilità del ruolo. Il tema dei giorni seguenti è stata poi tutta materia da belligeranti. Possibilità di fornire lancia missili Atacms all’Ucraina e altro materiale su cui si possa disquisire se sia meramente da difesa o anche d’attacco. Per l’intanto Francia e Germania giocano orgogliosamente in anticipo sul resto d’Europa  marciando verso la rimozione dei vincoli sull’uso di armi dell’Alleanza per colpire bersagli militari in territorio russo. L’Ungheria è sul fronte opposto e anche l’Italia si chiama fuori dal gioco. A troppi sembra mancare il  necessario giudizio. Dante, il sommo poeta, se la ride: ”Lasciali digrignar pur a loro senno” e faranno la fine che faranno.

Siamo in piena campagna elettorale e di tutta questa roba, non proprio poco significativa, non c’è traccia nei discorsi dei candidati che ricorrono ad un po’ di frasi fatte e a un po’ di retorica per riempire il vuoto di idee in materia.

La colpa non è loro ma di una assenza sconcertante che è l’Europa che appare come un puzzle con tutti i suoi pezzi perfetti che va montato secondo un certo necessario ordine e che nessuno riesce a costruire. Si è confuso un puzzle con il cubo di Rubik che secondo un calcolo statistico presenta appena 43.252.003.274.489.856.000 possibili combinazioni.

Un puzzle prevede un disegno già tracciato da comporre, oltre calma e metodo per venirne a capo. Il cubo di Rubik è più istintivo, meno ragionamento e più destrezza di dita e velocità di esecuzione. Più grinta che pianificazione. A furia di riprovarci, supportati da una certa nevrosi, qualcosa prima o poi verrà fuori.

Siamo tutti intrappolati in una situazione drammatica. Da solo, nessun Stato può far nulla e purtroppo manca il necessario amalgama per compattare le fila in una unica voce. Siamo in assenza di alchimisti di pregio che mettano insieme 27 idee diverse.  

Tanti sono infatti gli Stati che hanno aderito formalmente al progetto europeo. Dovrebbe essere un numero fortunato, dove si è pagati e si provvede serenamente al tempo successivo. Oggi, così continuando, si rischia solo di pagare ciascuno un grave dazio di cui non si intuisce la peggiore consistenza.

In Norvegia, nella sua carriera politica Stoltenberg è stato per ben due volte Capo del Governo del suo paese. Restiamo in attesa di una terza fase della sua vita politica. Ora, alla guida della NATO, ci aspettiamo più sussurri e meno grida.

2 recommended
bookmark icon